Innovazione digitale inclusiva

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L’innovazione digitale consiste nell’adozione di tecnologie che rendono l’amministrazione più efficace e performante, nella prospettiva dell’erogazione dei servizi a cittadini e imprese, e facilitano la trasparenza e la partecipazione civica.

L’innovazione digitale presuppone e determina un cambio di modello e di paradigma, il ripensamento dei processi e delle relazioni tra pubblica amministrazione, cittadini e portatori di interesse. Per garantire la cittadinanza digitale bisogna adeguare le tecnologie e adottare piattaforme partecipative, ma ancor prima è necessario  garantire l’inclusione abbattendo le barriere giuridiche e tecnologiche e i divari digitali che non sono esclusivamente infrastrutturali, ma anche sociologici, economici, culturali, generazionali e di genere.

La cittadinanza digitale parte da lontano con l’art. 3 della Costituzione italiana che dichiara il diritto di ogni cittadino di partecipare “all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. La normativa, successivamente, ha aggiunto le tecnologie digitali.  Il Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD, D.lgs. n. 82 del 2005, come successivamente modificato e integrato) definisce diritti e doveri di cittadini e interventi sui servizi delle amministrazioni, che devono diventare sempre più fruibili anche grazie alle tecnologie digitali.

Al CAD si aggiungono il Trattato di Lisbona 2009, in cui si dichiara che ogni cittadino ha il diritto di partecipare alla vita democratica dell’Unione e la Dichiarazione dei Diritti di Internet, che prevede, tra gli altri, i diritti all’accesso, alla conoscenza e alla educazione in rete, alla neutralità della rete, alla tutela dei dati personali, all’autodeterminazione informativa, all’inviolabilità dei sistemi e dei dispositivi e domicili informatici, all’identità e oblio. Queste sono le principali basi normative che garantiscono interventi efficaci per un vero passaggio dalla semplice  trasparenza alla reale cittadinanza digitale.

Il Rapporto Digital Economy and Society Index (DESI 2021) dell’Unione Europea, pur valutando il livello di completezza dei servizi online e i servizi pubblici digitali per le imprese in Italia con un punteggio superiore alla media europea, mostra come il nostro Paese rimanga ben al di sotto della media UE come percentuale di utenti online italiani che ricorre a servizi di e-government (36% vs 64% UE); purtroppo, ancora il 16,3% della popolazione del Paese non ha mai usato internet (Fonte “We are social”), mentre la media dell’Europa occidentale è pari al 14% e, addirittura, pari al 5% quella dell’Europa del Nord.

Anche nell’ambito delle competenze digitali, purtroppo i dati vedono l’Italia nelle ultime posizioni in Europa: questo si riflette  nello scarso utilizzo dei servizi online e sulla partecipazione attiva ai processi decisionali.

L’inclusione digitale è una sfida alle disuguaglianze e permette di garantire al cittadino tutti gli strumenti (competenze e tecnologie digitali) necessari per partecipare alla società, comunicare, lavorare e per fruire dei servizi digitali della Pubblica Amministrazione. L’Open Government Partnership promuove a tal fine lo sviluppo di piattaforme pubbliche per la fornitura di servizi, partecipazione, incremento della cittadinanza digitale e condivisione di idee, progetti e informazioni.

La Dichiarazione dei diritti di internet è fondata sul “pieno riconoscimento di libertà, eguaglianza, dignità e diversità di ogni persona”. La garanzia di questi diritti è una condizione necessaria perché sia assicurato il funzionamento democratico delle Istituzioni, e perché si eviti il prevalere di poteri pubblici e privati che possano portare a una società della sorveglianza, del controllo e della selezione sociale. Internet si configura come uno spazio sempre più importante per l’autorganizzazione delle persone e dei gruppi e come uno strumento essenziale per promuovere la partecipazione individuale e collettiva ai processi democratici e l’eguaglianza sostanziale.

Un governo inclusivo e aperto incoraggia i membri della comunità a partecipare alla governance e al processo decisionale. Presuppone quindi la costruzione e il mantenimento di forti relazioni con i membri della comunità, la comunicazione e la condivisione con regolarità delle informazioni e dar voce ai cittadini che non sempre vengono ascoltati.

Le tematiche e le parole chiave su cui si deve intervenire sono: competenze digitali, trasparenza, ascolto, partecipazione, innovazione tecnologica e di processo, inclusione, usabilità e accessibilità.

Come previsto nel progetto “Competenze digitali per la PA” del Dipartimento della Funzione Pubblica, è necessario consolidare le competenze digitali dei dipendenti pubblici per accrescere la propensione complessiva al cambiamento e all’innovazione nella pubblica amministrazione.

L’inclusione presuppone e genera trasparenza e partecipazione.

L’innovazione di processo ha per obiettivo la revisione di procedure, norme e regolamenti per garantire la semplificazione dei processi anche tramite l’adozione delle tecnologie più adeguate e al passo con i tempi.

La pubblica amministrazione deve garantire a chiunque la possibilità di utilizzare servizi digitali; per questo motivo, sin dalla  fase di progettazione, deve prevedere l’accessibilità di piattaforme su cui si basano i servizi, contenuti e documenti, attività di interazione tra amministrazione e cittadini.

Si parla di accessibilità per le applicazioni informatiche a prescindere dal dispositivo su cui operano (PC, smartphone, tablet, TV digitali, Totem, etc.). La legge n.  4 del 2004  (Disposizioni per favorire e semplificare l’accesso degli utenti e, in particolare, delle persone con disabilità agli strumenti informatici) e il D.lgs. n. 106 del 2018 (Attuazione della direttiva UE 2016/2102 relativa all’accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobili degli enti pubblici) sono le basi normative cui fanno riferimento le Linee guida sull’accessibilità degli strumenti informatici dell’ Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), che supporta le PA definendo i requisiti tecnici e di verifica per garantire l’accessibilità.

Come definita da AgID, “l’usabilità misura il grado di facilità e soddisfazione con cui gli utenti si relazionano con l’interfaccia di un sito o app, che risulteranno quindi tanto più usabili, quanto più le analisi alla base della progettazione si avvicinano alle aspettative del soggetto che interagisce con il sistema”. Si parla quindi di “cittadino al centro” anche nella progettazione di servizi per garantire a qualsiasi tipo di utente l’usabilità, l’accessibilità e la fruizione semplice del servizio.

 

L’innovazione digitale inclusiva nei Piani d’Azione Nazionale per il governo aperto

Nel 4° Piano d’Azione Nazionale 2019-2021 (4NAP) si dichiara che “alla scarsa diffusione delle competenze digitali si aggiunge una scarsa consapevolezza dei diritti di cittadinanza digitale”.  Si aggiunge inoltre, che “L’evoluzione tecnologica e le conseguenti richieste di servizi digitali da parte del cittadino e delle imprese portano la necessità di promuovere strumenti e iniziative per la diffusione della cittadinanza digitale. In tal senso, è importante attivare strumenti e iniziative per diffondere la consapevolezza tra i cittadini rispetto ai diritti legati alla cittadinanza digitale e al valore aggiunto apportato dai servizi digitali; in particolare:

  • sostenere l’attuazione della cittadinanza digitale nella tutela del suo diritto/dovere: diritto del cittadino digitale alla fruizione dei servizi; dovere del cittadino ad adeguarsi alle modalità richieste dall’e-Government per poter esercitare il suo diritto;
  • abilitare la società civile a comprendere e conoscere i progetti di trasformazione digitale delle amministrazioni sia coinvolgendo i giovani in progetti digitali sia promuovendo una piattaforma loro dedicata”.

Il 4NAP illustra diversi impegni e attività per garantire la cittadinanza digitale e le competenze digitali: alcune amministrazioni italiane hanno predisposto interventi per garantire una cittadinanza digitale diffusa, proponendo formazione ma anche rivedendo regolamenti, processi e  strumenti in uso. Consultazioni, processi partecipativi, riprogettazione dei siti e dei servizi online, piattaforme e strumenti per la partecipazione e l’interazione tra PA e cittadini, sono alcuni degli interventi attivati:  tuttavia, ancora troppo poche sono le pubbliche amministrazioni locali coinvolte direttamente e attivamente.

In generale, è necessaria una capillare attività di sensibilizzazione da rivolgere sia nei confronti dei decisori politici che dei responsabili amministrativi, per aumentare la consapevolezza e gli interventi atti a garantire la cittadinanza digitale a tutto il paese. Tali obiettivi dovranno prevedere tempi e misurabilità per garantire un altro principio essenziale dell’OGP: l’accountability.

Tutte queste riflessioni sono state recepite durante il processo di co-creazione del 5° Piano d’Azione Nazionale 2022-2023, che ha previsto un’azione dedicata all’innovazione digitale inclusiva, con l’obiettivo di prevedere progetti di supporto e facilitazione digitale, calmierando allo stesso tempo i divari, sia di natura tecnologica sia di natura socio-economico-culturale.

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