Conversazione europea sulla gestione del Fondo di Ripresa e Resilienza

Indice della pagina

Lo scorso novembre 2021 si è tenuto un incontro a livello tecnico che OGP ha organizzato con l’Open Spending EU Coalition, per definire raccomandazioni rivolte ai governi e alle istituzioni europee da parte della società civile. Con l’obiettivo di applicare i valori del governo aperto all’implementazione del RRF, rappresentanti di OSC e di amministrazioni pubbliche a livello europeo hanno collaborato alla definizione di pratiche e idee da attuare per:

  • rendere più trasparente la spesa pubblica
  • rendere aperti i dati sulla spesa pubblica per consentirne il riuso
  • creare spazi di partecipazione civica.

Per ragionare sull’attuazione di tali raccomandazioni, lo scorso 15 marzo, l’Open Government Partnership ha organizzato una conversazione a livello europeo sul Recovery and Resilience Facility (RRF), lo strumento definito per supportare le sfide che i Paesi dell’UE fronteggiano per la ripresa economico-sociale a valle della pandemia. La discussione ha coinvolto ad alto livello rappresentanti della Commissione Europea, dei governi nazionali e della società civile per un confronto su come assicurare la trasparenza della gestione della spesa per la ripartenza.

Moderati da Paul Maassen, Chief, Country Support di OGP, sono intervenuti:

  • Ints Dālderis, Consigliere speciale, Ministero delle Finanze, Governo della Lettonia
  • Helen Darbishire, direttore esecutivo, Access Info Europe
  • Céline Gauer, direttore generale, capo della task force “Recovery and resilience”, Commissione europea
  • Marcella Panucci, Capo di Gabinetto, Ministero della Pubblica Amministrazione, Governo Italiano

È disponibile la registrazione dell’evento in lingua inglese.

Per l’Italia l’evento è stato occasione per promuovere l’approccio a suo tempo avviato con l’iniziativa OpenCoesione, tutt’oggi riconosciuta come best practice a livello mondiale nell’ambito della partnership OG, e presentare le iniziative del PNRR, promuovendo il sito Italia domani, strumento concepito per renderne trasparenti e navigabili i contenuti e per dar conto della fase di appalto delle ingenti risorse che ne costituiscono la base finanziaria.

A riguardo, anche la recente adozione del Registro dei Titolari Effettivi (Register of Beneficial Ownership) rappresenta uno strumento importante per garantire la trasparenza della fase di esecuzione del PNRR, con particolare riferimento ai soggetti destinatari delle risorse o a cui verrà appaltata la realizzazione di un’opera o di un servizio. L’operatività del Registro rappresenta una cruciale “infrastruttura informativa”, in grado di ridurre sensibilmente il livello di asimmetria informativa delle pubbliche amministrazioni che si troveranno a contrattare con entità economiche di cui è difficile identificare la titolarità.

Sono stati illustrati inoltre i contenuti del 5NAP italiano, la cui attuazione è stata avviata all’inizio di marzo, che prevede diverse iniziative coerenti con le raccomandazioni discusse.

In collaborazione con l’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), un primo impegno, riguardo la valorizzazione del patrimonio informativo contenuto nella Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici, prevede l’apertura delle informazioni in essa contenute attraverso un portale open data, rendendole maggiormente fruibili grazie all’adozione di standard internazionali. Sempre in collaborazione con ANAC, un ulteriore impegno, “Reti per l’integrità e la trasparenza”, prevede un’azione di messa in rete degli attori rilevanti per la prevenzione della corruzione in Italia, in grado di promuovere un maggior coinvolgimento di soggetti della società civile e di pubbliche amministrazioni e istituzioni, per rafforzare le strategie di prevenzione della corruzione nella fase di attuazione del PNRR e di supportare i principali attori (i Responsabili della prevenzione della corruzione) nell’affrontare al meglio le sfide che l’attuazione del PNRR pone alle loro istituzioni.

Un ulteriore intervento è volto a rafforzare la collaborazione tra gli attori della società civile che supportano i potenziali segnalanti di condotte illecite (whistleblower) lungo il difficile percorso della segnalazione e gli attori istituzionali che la prendono in carico. Aumentare la quantità e la qualità delle segnalazioni anche provenienti da soggetti esterni alle pubbliche amministrazioni rappresenta, nella fase di attuazione del PNRR, un elemento fondamentale per la sorveglianza sulla qualità delle opere e dei servizi, sull’economicità della spesa, sull’integrità delle procedure, in generale sulla presenza di anomalie, conflitti di interessi, eventi corruttivi, ecc.

Oltre ai contenuti del 5NAP, sono stati citati anche la consultazione pubblica «Facciamo semplice l’Italia. Le tue idee per una PA amica», che mira ad individuare oltre 600 iter amministrativi da semplificare entro il 2026, per favorire il rilancio e la modernizzazione del Paese, con una tappa fissata al 2024 per le prime 200 procedure, così come il Piano strategico “Ri-formare la PA. Persone qualificate per qualificare il Paese” per la valorizzazione e lo sviluppo del capitale umano della Pubblica amministrazione. Un programma straordinario di formazione e aggiornamento rivolto ai 3,2 milioni di dipendenti pubblici. Il Piano, tra le altre cose, prevede l’avvio di programmi formativi specifici per sostenere le transizioni previste dal PNRR, a cominciare da quella digitale.

Per gestire il rischio di caduta dell’integrità nella fase di attuazione del PNRR c’è massimo bisogno di conoscenze e competenze, di un continuo e sistematico scambio di informazioni e dati, di expertise specialistica per le diverse manifestazioni del fenomeno corruttivo (corruzione sistemica, amministrativa o spicciola), per i contesti in cui emerge (transnazionale, nazionale, locale), per le numerose e complesse misure di prevenzione, detection e contrasto.

È stato utile?